martedì 29 gennaio 2013

Quando tutto segue la corrente, perfino un cane.

Ho aperto questo scoppiettante 2013 con una marea di cose buone.
Io e il mio coinquilino ci vediamo al massimo due ore al giorno, facciamo delle sane chiacchiere mentre impacchetta la sua roba e intanto progetto come riempire armadi, cassetti, vani della libreria con tutte le mie amatissime cianfrusaglie.
Il mio incessante bisogno di essere amata/apprezzata/coccolata/spronata come al solito non attecchisce su mia madre, ma in compenso trovo che mio padre si stia appliccando molto su questo aspetto. Posso concludere che il 50% dei miei genitori è sano. L'altro 50 è trattabile.
I miei amici sono sempre lì, fermi, granitici, alle prese con le solite cose: squadre omicidi, quadri di Schiele, aerei della Ryanair, dottorati e dottorate.
Ho trovato anche una trastullante occupazione che mi ha allontanato da questo mio splendido parlar di trapassi ma che ha riempito il mio conto corrente.
E poi sì, diciamo che c'è qualcuno che mi fa ridere. E ridere è una delle cose che voglio fare di più quest'anno. E ridere con qualcuno che riesce ad esser più stupido di te è impagabile. Quindi grazie mio piccolo stupido fan.
 
Finito di scrivere sciocchezze da adolescente innamorata, passiamo a noi.
Di carne sul fuoco ce n'è a volontà, potrei ad esempio parlarvi della morte di Alexis Vidakis, produttore televisivo e cinematografico morto nel rogo della sua casa domenica proprio qui a Bologna. E mi rendo conto rileggendo che "di carne sul fuoco ce n'è a volontà" rende l'idea. Ma no, non oggi. Vi lascio ardere dalla curiosità.
 
Oggi vi parlo del Labrador di George Michael.
Poco tempo fa, non ricordo nemmeno perchè, stavo leggendo delle biografie su Wikipedia. Grandi personaggi della storia inglese, che hanno reso la Gran Bretagna un paese forte e non convenzionale, tipo Elton John, Jay Kay, i Five. E lui, Georgios Kyriacos Panayiotou, ovvero George Michael.
 
 
 
George Michael, tutti ce lo ricordiamo in "Last Christmas" con quei suoi vaporosi capelli biondi, quello sguardo ammaliatore nascosto da un cappuccio di pelliccia, quei suoi amici con addosso plaid e tovaglie che evidentemente negli anni '80 venivano usati come giacconi, e il povero Andy Ridgeley, altro sconosciuto membro degli Wham!, conciato come Milo Infante.
Come dimenticare la misuratezza delle mises di Georgios in "Wake me up before you go-go": mutande contenitive spacciate per pantaloncini bicolor, guanti gialli alla Topolino e maglia da profeta new age che anticipa gli anni '90 con scritto "Choose Life". E glissiamo sul cappellino da fronte abissino che han fatto mettere al povero Andy.
George Michael era energia pura in quegl'anni. Le donne, ignare dell'orientamento sessuale di Georgie, lo adoravano. Ecco. Io magari non ero adolescente  negli anni '80, ma qualche domanda me la sarei fatta comunque. Magari guardando il trionfo della cultura gay presente in "Club Tropicana", dove vieni accolto da un uomo baffuto, simbolo del macho gay e da un Georgie in slippino bianco in posa impossibile anche per un contorsionista bulgaro, che placido sorseggia un drink con l'ombrellino. In questo bel video, che posterò qui, Georgie viene ribaltato dallo stesso materassino, nella stessa piscina, almeno una ventina di volte. C'è anche un chiaro elogio ai ricci selvaggi e alle gite sul mulo. Andy sfoggia le meches bionde.
 
 
 
Tutto è un trionfo.
Ma poi Georgie vuol fare di testa sua e da solo canta "Careless Whisper". Si sa, quando all'inizio di una canzone parte il sax allora è tutto scritto: o sta per partire un incontro amoroso stile Beautiful o qualcuno sta per cantare un pippone romantico che scalerà le classifiche.
Ed eccoci qui. Da allora Georgie ha partorito milioni di canzoni e video geniali ("Let's go outside" domineddio è il video più geniale di tutti i tempi), ha fatto concerti in ogni dove e finalmente è uscito allo scoperto.
Ma si sa, la depressione e lo stress sono in agguato.
E così Georgie comincia ad abusare di Cannabis, comincia ad abusare di farmaci e abusa anche di qualche cespuglio dove sfogare la sua esuberante mascolinità.
Così qualcuno gli suggerisce di prendersi un Labrador, i cuccioli si sa, rilassano, amano incondizionatamente e sono pazienti. E a quanto pare si gettano nel Tamigi.
L'oscura vicenda del suicidio del labrador di Georgie è alquanto misteriosa. Wikipedia accenna: "Sebbene il cantante abbia tentato di sfuggire ai suoi problemi di depressione con l'uso di Prozac e marijuana oppure acquistando un Labrador Retriever (che poi, però, morì nel Tamigi)[...]".
Tutto qui. Ora, come diavolo avrà fatto un Labrador, quel Labrador a finire nel Tamigi?
La vita di Georgie faceva schifo, nessun singolo in uscita, pillole e caffè tutto il giorno. E il Labrador che ti abbandona. Nel modo più orribile.
Eccoci al nodo cruciale.
Vogliamo essere il Labrador o George? Vogliamo abbandonarci al destino o combattere?
 
Le lezioni di oggi, sì avete capito bene lezioni al plurale, sono le seguenti:
1) Mai nascondere ciò che si è. A meno che non siate come Andy Ridgeley.
2) Mai affidarsi ciecamente a qualcuno. Anche i Labrador hanno una pazienza, a quanto pare.
3) Scegliete come rialzarvi ma fatelo, io lo sto facendo.
 
E tra essere il Labrador o George io scelgo l'impossibile: essere il fiume Tamigi.