martedì 19 febbraio 2019

In morte del Re Karl

E così è arrivato a romperci le palle anche il 2019.
Eh sì, la mia lunga tradizione di anni imperfetti, sgradevoli e lunghi come i piedi di Paris Hilton continua inesorabile.
Mentre, quindi, nel grafico Foxiano "LAVORO/AMORE/FORTUNA" scendo in picchiata tipo carriera dei Gazosa, si respira un'aria primaverile deliziosa, piena di profumo di fiori e speranze da buttare nel cesso.
Sappiamo benissimo che l'aria bagnata di primavera ci può stordire gli ormoni, farci sentire innamorati e leggeri, artistoidi e ispirati. Ecco il perché di Sanremo e altre menate varie.
E dove sentirsi inebriati di arte e ormoni se non a Parigi?
Forse fu questo pensiero a muovere un quattordicenne di nome Karl Otto Lagerfeld da Amburgo a Parigi benedetto solo di grande spirito e un paio di buone parole d'incoraggiamento da parte dei genitori.

La carriera di Lagerfeld è stata strepitosa, a tratti rivoluzionaria e salvifica.
Dobbiamo a lui se la modernità è entrata a casa Chloé, a lui si deve la resurrezione di Chanel.

Oh Karl, lo abbiamo capito tutti che te ne stavi per andare, le ultime sfilate erano un inno al disperato attaccamento alla vita, sfilavano i colori e la gioia intervallati da lunghezze inconcepibili e abiti di mia Zia Franca, fiori e tristezza, un lungo addio che mi commuove mentre scrivo.

Penso a tutte le tue meravigliose sarte che ti piangeranno discrete e belle come solo le francesi sanno essere. Penso alla tua gatta Choupette che, mannaggia al cazzo, erediterà i tuoi averi. Penso ad un film dove sei interpretato da Rami Malek.

Oh Dio Karl, quanto ci mancheranno i tuoi guanti, i tuoi occhiali schermati e quei tuoi capelli bianchi, quei pantaloni stretti da morire, quelle mille catene, quelle lacrime che non ti abbiamo visto ma che abbiamo sentito nella tua voce.

Anche se sono cicciona come Adele, che hai bacchettato per il suo essere "giusto un po' grassa", non posso non pensarti con affetto. Di sicuro tu e gli altri, (per fare due nomi: Giambattista, Mario, Giorgio (anche se ultimamente si è rincoglionito) e Vivienne) mi avete colorato questi anni, in particolare questi ultimi scampoli di fallimento che ho vissuto e che sono culminati ieri in una surreale "riunione" con alcune teste pensanti che mi hanno detto che dovrei tenere un atteggiamento più "URBANO", manco fossi una scimmia urlante che getta escrementi in faccia ai clienti o un collezione di Diesel.

Ah, che giornate poco di classe, senza stile e grigie ci aspettano.
Ma per poco.
Tornerà la primavera anche da Chanel.
E sì, tornerà pure nella mia vita. Anche se adesso mi sento spurita e piccola come Édith Piaf.

La lezione di oggi è: vivi con stili, vivi per realizzare quello in cui credi semplicemente vivi. Nel modo più parigino possibile.