martedì 2 febbraio 2021

Per chi suona la campanella

Gennaio è il mese che, più di tutti gli altri 11 messi insieme, ha il potere manifesto di farti invecchiare alla velocità della luce. Il 1° gennaio sei lì, a letto, mezza nuda, a guardare il concerto di Capodanno con il Maestro Muti che smascella incontrollato a suon di polka e 30 giorni dopo pensi a quanto ti sembra lontano il Natale appena passato e cerchi la prima festa utile sul calendario: 14 febbraio, San Valentino.
Ora, non giudicatemi male, ma la necessità di festeggiare un martire romano del III° secolo mi esaltava da giovane quando, pura e casta, ricevevo in dono tubi di Baci Perugina, rose bianche e bigliettini sdolcinati. Ora mi esalterebbe solo se mi si proponesse un check up cardiologico gratuito o fosse considerata festa rossa da calendario con tanto di giorno di ferie pagato e grigliata selvaggia in balcone.

Sono vecchia e acida, inaridita oserei dire. Immaginate quindi il mio sguardo di terrore quando ho scoperto che Dustin Diamond, il noto "Screech" di Bayside School è morto a 44 anni. "Giovanissimo" sento dire, "Oh mio Dio ma sul serio, così giovane?" leggo. Io sono ancora lì con la mascella che tocca terra: io pensavo che Screech avesse superato i 50 anni da un pezzo, che fosse un pensionato spiaggiato a Palm Springs circondato da tettone in bikini e Mario Lopez a fargli da cameriere. 

44 anni. Giovane, per carità. Ma quando è successo esattamente che io ne avessi quasi 39? Quando ho appoggiato sul tavolo il succo di frutta della merenda del pomeriggio era il 1993 e guardavo Kelly e Zack cercare di pomiciare mentre Screech ne combinava una delle sue e dopo due secondi ecco il 2020, una pandemia, Tinder, e Screech che non riesce a finire un ciclo di chemio. Io e Screech che abbiamo 5 anni di differenza quando pensavo ci passasse in mezzo una vita intera.

Dustin Diamond era il solito attore di sit-com che, una volta finita la sit-com, si ritrova con le braghe rotte e il culo a terra. Ha fatto qualsiasi tipo di nefandezza: reality show di dubbio gusto, stand up comedy venuta male, altri reality, film in ruoli così marginali che nei titoli di coda era tipo "Ex allievo #1", bassista in un gruppo metal e, gradino più baso della discesa agli inferi di un ex attore, lottatore di Wrestling.

Ovunque sia passato ha portato discordia: il gruppo metal si è sciolto per "dissapori interni", in tutti i reality era il portatore di zizzania e non ne ha risparmiate nemmeno ai colleghi di Bayside School grazie al solito libro scandalo dove tutti i protagonisti hanno mille segreti sordidi e droga e sesso girano come lo stinco di maiale alla Sagra del porco di Vetulonia. Manco a dirlo giurò e spergiurò che a scrivere quelle pagine orrende e sconvenienti era stato un ghost writer che aveva estrapolato frasi fuori dal loro contesto. Certo. Certo. CERTO.

E, a proposito di porco, come ciliegina sulla torta ricordiamo il porno di Screech (ne sentivamo il bisogno? Io sinceramente sì): Screeched - Saved by the Smell è esattamente quello che pensate sia se conoscete la pratica del "Dirty Sanchez"(quando lo troverete su Google, non datemi la colpa di nulla).

Nonostante fosse un bugiardo (disse a Oprah che in realtà non era lui nel porno, ma un sosia. Certo. Certo. CERTO.) e un ingaggiatore di risse per cui ebbe pure guai con la giustizia, Dustin Diamond mi fa comunque pena e me la fa per due motivi in particolare.

Il primo è che era un fallito, come tutti noi, come la maggior parte di noi. Lui aveva toccato il successo, l'aveva perso, aveva speso ogni centesimo dei suoi guadagni, si era impelagato in ogni sorta di fallimento solo per non affogare in se stesso. E alla fine è morto come "quello che faceva Screech". Mentre i suoi ex colleghi commentano la sua morte con frasi struggenti dettate di fretta ai loro addetti stampa, il mondo lo ricorda con la faccina furba e pulita del ragazzino di Bayside School e continua a far finta di niente.

Il secondo è che Dustin Diamond aveva 5 anni più di me. 5 cazzo di anni più di me. Solo 5 anni più di me, che ancora penso di averne 25 e non ci trovo nulla di male perché sto bene con quello che sono ma devo fare i conti con quello che sto diventando. 

La lezione di oggi è quella di vivere la vostra vita con l'età che avete dentro, di guardare a quel succo di frutta che avete lasciato sul tavolo nel 1993 e di andare avanti lasciandoci sopra anche i rimpianti e i fallimenti, portandosi in tasca solo i ricordi e le facce di chi non ci ha mai deluso. Ora è il tempo di una birra in compagnia.


martedì 19 gennaio 2021

Sole, Sole... Solange - E siamo solo a gennaio

Spumeggianti questi albori del 2021.

Non dobbiamo negare di esserci arrivati con l'assoluta convinzione che il lockdown e il covid sarebbero spariti dal primo minuto dopo la mezzanotte del 31 dicembre. Anzi, più che "assoluta convinzione" parlerei di "disperata speranza".

E invece, permettete il francesismo, col cazzo. 

Siamo rinchiusi in zone che virano dal giallo al rosso, colori vibranti e accesi che potrebbero precipitare anche in un allegrissimo blu tenebra (ma prima avremmo una leggerissima transizione in viola e viola addobbo funebre mi dicono dalla regia) e siamo tutti irrimediabilmente irritati, scostanti, depressi. Personalmente assisto giornalmente a scenari scoraggianti: gente che si azzuffa per fare il vaccino (e ancora non era entrata a gamba tesa Sua Maestà Letizia Moratti e la distribuzione di brioche al popolo e vaccini all'aristocrazia, ora sì che si respira aria fresca di ancien régime), gente che dovrebbe fare il vaccino ma ha paura di cosa possa contenere perché tanto il covid lo curi con l'idrossiclorochina e quindi non lo fa (gente che di solito berrebbe il Gange. Gente a cui andrebbe servito il caffè di Sindona, francamente), gente che ha paura di respirarti accanto perché hai avuto il covid, gente che vive nel buio dello smart working ormai da un anno e tra poco si darà alle pitture rupestri sulle pareti della cucina.

Siamo a gennaio, la lotta al virus è lenta e impervia, il sole tramonta sempre alle 17 e fa un freddo cane: la depressione è dietro l'angolo.

Ci stiamo riscaldando le mani in questo inverno del nostro discontento, tra Renzi che ci fa vivere il brivido di una crisi di governo e la Meloni che dà del Barbapapà a Conte, stiamo discretamente aspettando il sole come Neffa, ma il nostro vero Sole ormai ci ha lasciati a brancolare nel buio dal 7 gennaio.

Solange, al secolo Paolo Bucinelli, era uno di quei sensitivi svolazzanti e sopra le righe che ci faceva compagnia negli anni '90, era riuscito anche a detronizzare il pesantissimo Divino Otelma che imperversava su Canale 5 quando la Cuccarini era solo una ballerina e non una sovranista e noi ballavamo "VOLA, CON QUANTO FIATO IN GOLAAA" tra un sofficino e una speedy pizza. 

Mentre Otelma si presentava con palandrane pacchiane e anelli rubati a mia nonna, Solange appariva leggero, con i capelli sparati come una delle Hologram, sempre allegro e allusivo. 

Il nostro eroe, dopo aver dato del pagliaccio al Divino O, si è pure battuto per i matrimoni gay lottando contro quel colosso di Angelino Alfano (quanti ricordi, mi è entrato un bruscolino nell'occhio) a colpi di abito bianco. E, a proposito di abito bianco, ricordiamo della profezia che fece alla Boschi, ovvero "ti troverai un marito, ma sarà di destra!" (tranquilli, Matteo Renzi è ancora felicemente sposato).

Ma attivismo a parte, Solange è nei nostri cuori - nel mio piccolo e arido, perlomeno - per un capolavoro della musica italiana: "Sole, Sole... Solange", il suon grande singolo del 2006.


La vostra vena polemica sta per esplodere dopo la visione di "SanPa" su Netflix e vorreste picchiare Red Ronnie con la videocassetta su cui avevate registrato l'apparizione di Britney Spears a "Roxy Bar"? No, cantatevi la strofa "endovene d'amore che ci forano il cuore/se alle volte ti sembro un po' strano/è solamente per fare casino!"

Nostalgia della ressa per entrare su un RyanAir per Tenerife? Vi mancano gli applausi dopo il perfetto atterraggio a Punta Raisi? Intonate fortissimo "Se ci pensi e mi credi/se con gli occhi tuoi vedi/apri il palmo e ti leggo la mano/siamo in volo e ti porto lontano..."

Soffrite per le chiusure delle palestre soprattutto perché avete dovuto abbandonare la storiella con quel meraviglioso manzo sudato che vi "aiutava" a fare gli addominali? Siete ancora runner nostalgici del primo lockdown e ricordate con gioia di quando le vostre performance miglioravano dopo le minacce dai balconi? Chiudete gli occhi e canticchiate "Appiccichiamo al nostro tempo i nostri cuori sudati/Scappiamo via...senza dimenticare/i battiti, i battiti, i battiti, i battiti".

Solange è tramontato il 7 gennaio 2021 e ancora non sappiamo perché, forse il cuore sudato non ha retto tutti quei battiti, chi lo sa.

La lezione di oggi è: aspettando il sole e una nuova alba, godiamoci quello che abbiamo, quello che ci dona gioia e ci rallegra, quello che ci confonde di piacere. 

"Sarà che non c'è il sole, Sarà che tutto sembra resti uguale, Sarà quel che sarà ma sono preso male, Ma nessuno chiama e non so chi chiamare"