giovedì 16 aprile 2015

Quando si dice "volare basso"

Mentre stavo colpevolmente sbranando un pezzo del mio fragrante plumcake alla cioccolata leggo una teoria complottistica su Andreas Lubitz, famosissimo co-pilota del volo Germanwings precipitato in Francia giusto il 24 marzo scorso.
Il complotto starebbe nel fatto che vogliono farci credere che Lubitz non era depresso, anzi. Le prove della sua Joie de vivre sarebbero che il caro Andreas si preparava a partecipare a non una ma a ben due competizioni sportive, aveva il frigo pieno, le piante erano state ben annaffiate ma soprattutto, cito "Non era obeso o trasandato, ma curava la propria forma fisica" e " La perquisizione nella abitazione del pilota ha portato alla luce una abitazione in ordine, pulita, con tutte le camice stirate e piegate al suo posto".

Stando a tutto ciò, unendo la mia disoccupazione e la mia condizione di appestata (le dermatiti sono dure a morire, loro), io mi sarei dovuta impiccare nel 2012.

Così, sorvolando i complotti, mi sono immersa nelle sciagure aeree.

La più devastante tragedia aerea per numero di vittime rimane il disastro di Tenerife del 1977 quando due velivoli si scontrarono sulla pista dell'aeroporto Los Rodeos con un bilancio di ben 583 vittime. Le ultime parole del comandante del KLM olandese, il mitico Jacob Louis Veldhuyzen Van Zanten, volto storico della compagnia KLM, incredibile sosia di Teo Teocoli, sono state "Oh Shit!".
Il patinatissimo capitano Van Zanten come volto simbolo KLM.

Incredibilmente a quel disastro orrendo, avviluppate dalle nebbie, sopravvissero 61 persone. Un'altro fatto che rende incredibile quel 27 marzo 1977 furono le due bombe nel vicino aeroporto di Las Palmas, piazzate dal gruppo per l'indipendenza dell'arcipelago delle Canarie che giocoforza virarono il traffico aereo dirottandolo sulla pista di Los Rodeos dove avvenne il disastro. Le bombe furono fatte esplodere dagli artificieri, nessuna vittima e pochi danni.
Almeno non in quell'aeroporto. I terroristi con più culo della storia, direi.

Se tutto ciò non fosse abbastanza allora rincaro la dose.

Il volo Air France 447 precipitò nell'Oceano Atlantico nel 2009, seminando ben 228 vittime, tra di loro anche un principe, un direttore d'orchestra, una famosa arpista turca, un attivista per il controllo delle armi illegali e tre trentini. Sì, tre trentini dell'associazione Trentini nel Mondo, per la regolamentazione e l'esportazione del famoso scioglilingua sui trentatré compatrioti avevano opportunamente mandato una piccola rappresentazione simbolica.
Scherzi di cattivo gusto a parte, leggere la lista dei passeggeri, le loro vite, la loro età, stringe il cuore. E stupisce vedere quante diverse vite c'erano sedute a pochi passi l'una dall'altra. A volte mi spuntava un sorriso amaro, come quando ho letto la motivazione del viaggio del signor Harald Maximillian Winner, che stava volando a rotta di collo verso la natia Germania per ottenere i documenti necessari per sposare la donna brasiliana di cui si era innamorato. Alcuni famigliari hanno pensato di aggiungere foto e video dei famigliari deceduti per ricordarli e per insegnarci a non dimenticare (vi lascio il link della lista passeggeri. Quando vi sentirete super felici o in preda a deliri di onnipotenza, questo link potrebbe fare al caso vostro: http://www.airfrance447.com/06/02/unofficial-air-france-447-passenger-list/).


Una delle vittime del volo AF 447

Nel 2011 fu pubblicata la trascrizione delle conversazioni in cabina dove emerge che ai comandi, di notte, durante una tempesta c'era il meno esperto dei 3 piloti. Il che mi sembra un buon punto di partenza per una tragedia. Si è poi chiarito che il comandante, il più esperto, era a dormirsela dopo una notte brava passata a Rio in compagnia di una hostess. E poi dicono che i luoghi comuni non uccidono.
Anche qui, le fatidiche ultime parole del povero pilota inesperto sono "Putain, on va taper... Merde c'est pas vrai!". Penso non serva la traduzione

Puoi essere in ottima forma fisica ma dentro avere il caos, la paura e la voglia determinata di farla finita.
Puoi essere il miglior pilota del mondo, il tuo volto sulle pubblicità della compagnia aerea, avere tutto sotto controllo, ma schiantarti contro il caso che ti aspetta beffardo come la pioggia nei week end.
Puoi pure fidarti degli altri, riposare i tuoi vizi, alleggerirti gli occhi di quel sonno festoso, ma le nuvole cariche di ghiaccio paralizzano anche i tuoi compagni più fidati, increduli nella morte quanto in vita.

Puoi volare come ti pare, ma devi, o perlomeno dovresti, preoccuparti di chi viaggia con te.
Puoi pure credere nelle statistiche che dicono che viaggiare in aereo sia 12 volte più sicuro che viaggiare in treno e 60 volte più dei viaggi in auto, ma avrai sempre paura di cadere.

Quindi, cari futuri passeggeri traumatizzati di velivoli, quando sarete con la testa tra le nuvole dovreste pensare all'amore. In tutti i sensi, compresa una buona performance sessuale che, a quanto pare, è utile per controllare l'ansia del volo (ah, se lo dice lui: http://www.internazionale.it/notizie/2015/04/02/superare-paura-volare).

Per quanto mi riguarda sto ancora digerendo quell'indigesta fetta di plumcake dell'inizio.
Volare mi terrorizza.
Ricordo ancora l'attacco di panico sul volo Malta-Milano Malpensa dove un povero signore inglese, di fronte alle mie lacrime e alla litania "moriremo tutti, moriremo tutti, moriremo male", non riuscì a far nulla di meglio se non offrirmi la sua coscia di pollo, avanzata dal magro pasto da refettorio che ci avevano gentilmente offerto. Solo nell'estate di quello stesso anno, il 2005, caddero 3 aerei.
Penso fosse quindi comprensibile il mio panico ad ogni turbolenza. Un po' meno l'offerta della coscia di pollo per farmi smettere di piangere.

Ma sono ancora qui. E ora andrò ad annaffiare le piante e a sistemare casa. Non si sa mai decida di suicidarmi, voglio farvi impazzire.

La lezione di oggi è che volare si può, volare si deve. Voliamo basso per non esagerare e voliamo alto se ce lo meritiamo. La paura, quella, la porteremo sempre con noi.
E menomale.

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