lunedì 9 novembre 2015

La fregatura dell'aspettativa di vita: benvenuti nell'età adulta.

Partiamo dal fatto che io, in questo momento, potrei benissimo essere morta.
Se fossi vissuta (o meglio, sopravvissuta) nella mia amata Inghilterra medievale, a quest'ora, sarei già bella che defunta.
Una splendida aspettativa di vita di 33 anni.
Appena il tempo di compierli, soffiare sulle candeline, fare una visita oculistica e mettersi ad ascoltare cd esistenziali di Morgan e tac, la luce si spegne.

Ma soprattutto, la mia vita da 33enne, per ora, mi sembra inevitabilmente costellata di responsabilità da persona matura.
E, altrettanto prevedibilmente, non sono pronta ad affrontare nessuna di queste stramaledette incombenze.
Figurati, sono ancora qui che m'inquieto per il mio primo amore ascoltando i Marlene Kuntz.

La prima, schiacciante, responsabilità è quella di procacciarmi il cibo. Che visto che parliamo di aspettativa di vita nei secoli, la mia si avvicina a quella dei nostri avi cavernicoli. Soprattutto quando l'arrivo del mio stipendio non coincide con il periodo fortunoso del volantino Carrefour, quello con gli sconti migliori e i prodotti giusti.
La sintesi è che mi sto nutrendo di scatolette di tonno da sei giorni.
Roba che inizio a bramare le bustine del mio gatto.

La seconda problematica dell'essere adulti è la socialità.
Già mi è difficile rapportarmi con gli altri esseri umani, figurarsi a questa maledetta età. Devi sapere cosa si fa durante un rogito, conoscere gli usi e i costumi della tassa sui rifiuti, perfino essere scafata su tutte le voci della tua busta paga. E' tutto un cerimoniale di regole e cenni segreti che permea ogni aspetto della mia vita adulta.

Parole che entrano nella routine:
- contributi
- gomme da neve (sebbene io non guidi)
- compromesso
- ecografia senologica
- muco cervicale
- permesso
- rata

Parole che escono, trascinandosi via un pezzo di storia personale:
- bongo/bonghi
- cumpaz (compagnia, balotta, regaz. Quella roba lì insomma.)
- limonella
- terza birra media doppio malto
- vodka tonic
- 4 del mattino (Non esistono. Né per tornare a casa né per svegliarsi. Al massimo tornerà nella colonna superiore se avrò figli)
- festa di compleanno
- fuga

Adesso al massimo fai una "cena di compleanno", niente festa, tutti seri come ad un funerale. Pure i miei genitori si scordano del mio compleanno.
Anche per loro è meglio ignorare il tempo passa.




Terzo ostacolo pre-morte: sei troppo vecchio per avere altre chances.
Su tutto. Pure di procrastinare il pagamento dell'abbonamento del bus dal tuo edicolante che conosci da qualcosa come 15 anni.
Stop. Ormai sei adulto.
Il che comprende: smettere di dire parolacce altrimenti sembri una ragazzina volgare, smetterla di andare ai cortei per manifestare contro chi è più vecchio di te e sventola bandiere secessioniste e alza braccia al cielo per salutare vecchie cattive abitudini, smetterla di bere che poi ingrassi e i chili non li perdi più, smetterla di avere disordine e caos nella tua vita e nella tua casa, smetterla di pensare che avrai un lavoro migliore.
L'unica cosa che per ora ho smesso è di crescere di statura. Dal 1998 almeno.

Viviamo fino a 100 anni e a 33 siamo già morti, sepolti da scartoffie, responsabilità che molto spesso non chiediamo, ingiustizie che non possiamo combattere e precarietà.
Adesso e sempre, come a 20 anni.


Il periodo dei 33 anni è facilmente riassumibile con un'immagine.
Tu che sei lì, a fare il morto in acqua, mentre ti godi il sole, la brezza.
Galleggi, vieni sballottolato di qua e di là.
Pensi sempre che prima o poi ti metterai a nuotare ma in realtà, da lì a poco, l'acqua ti arriverà alle narici, poi ti entrerà nelle orecchie e ti sfiorerà le labbra.
In quel momento l'acqua comincia ad invaderti, lembo di pelle su lembo di pelle, fino a farti scomparire sotto, nel buio.
Ecco, l'acqua mi è entrata nelle orecchie.

Per favore, o torno nell'Inghilterra medievale armata di assi di pino e chiodi oppure piantatela di parlarmi di rogiti.



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