domenica 29 aprile 2012

Una volta morto sei morto. Forse.

E poi ci sono i non-morti. Non sto parlando di zombie, personalmente ne ho il terrore. Parlo di quei personaggi che anche se sono sotto metri e metri di arida terra continuano ad infestare, letteralmente, telegiornali, carta stampata e social network. Tipo Simoncelli.
Ora.
Parliamone.
Non ho nulla contro il povero Sic, ma la sua sovraesposizione mediatica (urca, quando uso questi termini mi sento come Alfonso Signorini) sta mettendo alla prova la mia proverbiale pazienza. Cose abbastanza assurde tipo raduni di motociclisti per raccogliere fondi per una Onlus e per COSTRUIRGLI UNA STATUA. Penso di aver letto anche, ma non mi sono data la pena di controllare, di un'eventuale intitolazione di una strada in quel de L'Aquila. A certi aquilani il terremoto deve aver scosso qualche sinapsi.
Un'altra non-morta è Lady Diana. Me la ritrovo dappertutto. Elton John che smiela una canzone incredibilmente terribile, paragoni con Camilla, confronti con Kate, nemmeno i tunnel sono più quelli di una volta. E per una che di cognome fa Dodi vi assicuro che il martellamento si fa profondamente eterno. A me poi Lady Diana stava pure sulle palle.
Poi ci sono quelli che da morti riescono anche a riprodursi, come Gigi Sabani che ha lasciato la compagna incinta di tipo un'ora.
O Pavarotti, che a me sembra non sia mai morto. Una presenza decisamente ingombrante.
Ma è domenica. Vado a non morire sul divano.
La lezione di oggi è la seguente: morite, fatelo con stile, possibilmente in età avanzata. E non diventati famosi.


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