martedì 5 marzo 2013

Stalin e Gaia.

Ammettiamolo: siamo in un momento delicato.
Dopo le recenti elezioni siamo tutti qui a pestarci i piedi e a darci contro con così tanta foga che se per caso avessimo impiegato tutta questa energia nella corsa al nucleare a quest'ora potremmo aver sbriciolato tranquillamente il deretano di Ahmadinejad.
Mi ci metto pure io, eccomi, ammetto le mie colpe. In queste settimane mi sono mangiata il fegato, ho digrignato i denti ad ogni stupidaggine detta o scritta, ho sbattuto i pugni e sghignazzato in preda a non so quale potentissimo demone. L'ultima volta che ricordo di essere caduta in questo stato risale alla vittoria di Povia a Sanremo e il seguente martellamento di palle dovuto alla continua trasmissione della sua canzone in tutte le radio e i canali televisivi. Ho ancora i brividi a pensarci.
Per non parlare dei continui sogni erotici che mi vedono protagonista assieme a Matteo Renzi: io che indosso la costituzione e lui che mi rottama in ogni posizione. Brrrr.
 
Così per calmarmi sono tornata dai miei amati morti, ho ascoltato in loop una sola canzone di Bruno Mars che su di me ha un effetto devastantemente calmante e ho comprato delle candele profumate.
E chiudendo gli occhi vedo lui, vedo Baffone.
 
 
 
Stalin, ovvero Iosif Vissarionovič Džugašvili, mi sta davanti grosso ed imponente. Chissà che penserebbe lui di tutto questo casino all'italiana. Ce lo vedo mentre vota per alzata di mano, lì seduto per terra, un maglioncino greige (per quelli srilisticamente arretrati un misto tra grigio e beige) pantaloni di vigogna, con il braccio che svetta verso l'alto mentre parla con la solita casalinga di Voghera dei problemi che dovrà affrontare il Movimento ora che sono approdati a Roma.
Ce lo vedo mentre manda a quel paese i giornalisti, o mentre ordina l'assassinio del suo psichiatra. Mai dire a Stalin "Secondo me lei soffre di sindrome paranoide", voglio dire, allora andiamo a Napoli a urlare che il sangue di san Gennaro non si è sciolto e che Maradona è una pippa e aspettiamo pacifici la morte, perchè sarebbe l'unica cosa certa.
 
Ma Stalin sguazzerebbe come un maiale nel guano in questo paese, lui che adorava purgare qui si troverebbe con la merda fino al collo. E non c'è un Gianni Morandi che tenga.
Avrebbe adorato la parola "complotto", lui la usava spessissimo durante i suoi spettacolari piani quinquennali che portavano la popolazione russa ad evolversi. E avrebbe adorato urlare "Tutti a casaaaaa", slogan che probabilmente pronunciava  con tipica foga stalinista mentre ammazzava i suoi vecchi amici del Politburo, quei vecchi compagni d'arme di Lenin e gran parte dei comandanti dell'Armata Rossa.
 
Io la vedo una nuova troika composta da Grillo, Casaleggio e Stalin, li vedo lì a pianificare "Gaia". Iosif sarebbe contrariato dalla Grande Guerra Est-Ovest (vinta ovviamente da chi ha internet anche se ci metteranno ben 20 anni per vincerla), ma sarebbe deliziato dalle enormi e conseguenti restrizioni della persona e della personalità. Senza contare il passaggio "le organizzazioni segrete verranno proibite", un vero e proprio orgasmo dittatoriale del III millennio. Salvo poi essere epurato per aver concesso un'intervista a Ballarò.
 
 
 
Ai funerali di Stalin morirono quasi 500 persone nella calca per porgere l'ultimo commosso saluto al loro prezioso vate. Quelli erano bei tempi, in cui un funerale era il mezzo ideale per sfoltire un po' il pianeta da gente potenzialmente inutile: zac!500 in un sol colpo. Baffone se ne andò a causa di un colpo apoplettico che lo colpì durante la notte, ma le guardie davanti alla sua camera non ebbero l'ardire di sfondare la porta aggravando le condizioni del dittatore che il mattino dopo vedeva inesorabile la morte avvicinarsi: l'agonia durò qualche giorno, fino a spegnersi definitivamente il 5 marzo. E se recentemente hanno creato una statua raffigurante la salma di Lenin che respira beato stile sonnellino (http://video.repubblica.it/mondo/scandalo-in-russia-per-il-lenin-che-respira/120803/119288) , so che i potenti mezzi russi riporteranno in vita Baffone.
 
Chi lo sa, magari ce lo ritroviamo in parlamento, con il suoi Ipad, che sfrutta il Wi Fi, che propone petzioni e disegni di legge mentre aggiorna Facebook, twitta pernacchie a La Russa e chatta con una 15enne con il nick BaffoneRosso1879.
 
La lezione di oggi: certe ideologie son dure a morire. Certe altre son proprio cagate. Basta che voi rispettiate le mie, io cercherò di non ridere delle vostre. Al massimo mi faccio di valeriana, cado in un sonno profondo e vado alla copula con Renzi.

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