sabato 29 giugno 2013

E quindi uscimmo a riveder le stelle

659 euro.
659 euro di condominio da pagare entro il 10 luglio.
Sarà dura sfangarla questa volta. Soprattutto contando il fatto che ad ora non ho ancora visto il becco di un quattrino materializzarsi nel mio conto in banca, nonostante le 10 ore quotidiane di lavoro che mi smazzo nel reparto "Follia" di un noto ospedale bolognese.
Oggi tra l'altro la mia amata televisione 37 pollici, che da due anni campeggia in salotto, prenderà il volo, se ne andrà sotto l'ascella del mio ex coinquilino/ragazzo/miglior amico, meglio conosciuto come "il lutto", ovvero da quando se n'è andato, il vortice della tristezza, della solitudine e dell'incertezza del futuro sono diventati un lutto da metabolizzare.
Pensandoci, se fino a due anni fa quel 37 pollici proiettava i grandi classici di Real Time in cui speravo di partecipare come "Abito da sposa cercasi" o "Cercasi casa disperatamente", ora potrei candidarmi a "Obesi: un anno per rinascere", probabilmente fallendo.
 
 
 
E oggi mi muore pure la Hack.
Margherita, Margherita. Eri una donna che non si sarebbe mai fatta scoraggiare da 659 euro. Non avresti bestemmiato leggendo l'estratto conto della banca come invece ho fatto io. Non l'avresti fatto soprattutto perchè non avrebbe avuto senso per te insultare qualcuno di cui negavi pervicacemente l'esistenza. Eri tosta, cazzuta, una di quelle che non si ferma mai, che lotta per chi non può farlo. E mi vengono in mente due frasi.
 
"Per aspera sic itur ad astra", attraverso le asperità alle stelle. Scorticandoci, cercando di sopravvivere una settimana in più, possiamo andare avanti, possiamo sperare di comprare una televisione nuova, possiamo sperare di pagare i nuovi condizionatori montati da tua madre con un tempismo diabolico (ora i 4 gradi e mezzo di fine giugno sono a prova di ogni scalmana). Sperare, alzare il mento e guardar le stelle cercando di non affogare. Sperando di arrivarci a quelle stelle.
 
E poi quella splendida frase di Confucio "le stelle sono buchi nel cielo da cui filtra la luce dell'infinito". La lessi per la prima volta su Dylan Dog. E la trovai bellissima. Inquietante, romantica e diversa. Le stelle così belle, disegnate con le punte e colorate di giallo da tutti i bimbi del mondo, in realtà sarebbero buchi.
Buchi da cui filtra luce, un velo traforato che svela qualcosa che non conosciamo.
Chissà cosa c'è dietro, dentro e attorno alle stelle. Forse la Hack, tra una litigata con Pippo Baudo e Berlusconi, lo sapeva. E lo sapeva talmente bene da aver stampato sul viso il sorriso del saggio, di colui o colei che tutto sa e tace sorridendo.
 
Allora vai Margherita, vola in quei cieli bucati sfiorando l'asteroide col tuo nome, l'8558 Hack.
Io non ambisco a dare il mio nome ad un asteroide, conoscendo la mia sorte potrei attirarlo con la mia negatività a passare la serata sul mio divano a guardare mesti ciccioni americani fare  spesa su una carrozzella con un paio di dozzine di coupon su un misero  22 pollici.
 
E allora affrontiamo le asperità.
Eddaje.
Aspettando uno stipendio.
 
La lezione di oggi è che le stelle son difficili da raggiungere, mi accontento di guardarle. Ma da sola sta diventando difficile.
Resti qui sdraiato a guardarle con me?
 

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