mercoledì 7 agosto 2013

E poi non mi accorgo che alcuni muoiono.

Non so nemmeno come ci sono arrivata a guardare su youtube i video "In Memoriam" delle varie edizioni degli Oscar. Anzi sì, mi è venuto in mente. Cercavo qualche chicca su Law and Order, uno dei miei caposaldi in fatto di serie tv, e mi sono imbattuta in Jerry Orbach.
Dai, Jerry Orbach, il papà di Baby.
Dai, Baby, quella di "Nessuno può mettere Baby in un angolo".
Ecco, il papà di Baby era Jerry Orbach. Ma io voglio ricordarmelo come, il poliziotto, l'ex alcolista, l'irlandese, il pluridivorziato, tutto in un unico personaggio: Lennie Briscoe.
 
 
 
Sapevo della sua dipartita. Ma mi sono accorta, guardando i vari video, che mi sono persa un sacco di altre, croccanti, dipartite.
Tipo.
Ma voi lo sapevate che era morto Michael Chricton, lo scrittore di Jurassic Park, Congo e E.R.?
E Dennis Hopper? Cristo, Dennis Hopper. E' morto e io me lo sono perso.
E il Maestro Miyagi.
Così mi son guardata tutti i video, tutti i volti, tutte quelle persone che ballavano, piangevano, ridevano.
E mi sono intristita.
Naturale, se guardi immagini di gente morta prima o poi dovrai intristirti. Non è mica come guardare Max Pezzali afono piangere, quello rallegra i cuori e i timpani.
Sarà la musica classica o Celin Dion che canta col suo naso adunco e quegli occhi da cucciola bastonata, sarà Bologna d'agosto che mi tiene prigioniera, sarà il mio futuro che mi sembra quello di un'altra, ma tutte quei personaggi le cui vite son state spalmate in 3 minuti di video mi han reso triste
Gli applausi che impennano su un Marlon Brando o una Liz Taylor e si smorzano su visi sconosciuti poi, beh quelli mi stringono il cuore.
 
 
 
E' vero, non possiamo ricordarci di tutti, ci ricordiamo i migliori.
E a volte, come è capitato a me, ti scordi anche di loro.
 
Mi aggiro nei corridoi del reparto di oncologia dove lavoro come uno zombie sorridente. Uno zombie sorridente di 70 chili, rallentata nei movimenti e in pieno stato catatonico.
Guardo i volti di quelle persone e mi sembrano tutti uguali: le parrucche sono sempre le stesse biondo cenere con meches scure (un vero trend a quanto pare), le cicatrici scavate nel cranio, i cappelli e gli occhiali scuri che nascondono teste pelate e occhi pieni di sconforto.
Sono quasi indifferente al loro dolore. Non voglio conoscerne i nomi e le storie.
So che non potrò ricordarmi di tutti nel momento in cui la luce se ne andrà.
Forse è per questo che ho rimosso Dennis Hopper.
Forse è per questo che continuo a pensare che mia zia Olga sia ancora viva o che Lady Diana e Madre Teresa siano zompettanti tra un campo minato e uno slum indiano.
Non ho più spazio nel mio cervello, ma soprattutto nel mio cuore.

Concludo solo dicendo che forse dovrei lavorare come fioraia in un angolo solitario del mondo, che dovrei vedere più vita, vivere meglio e morire meno.

La lezione di oggi è che il mio cervello è chiuso per ferie mentre il mio corpo è costretto a lavorare: non sarò divertente, ma la morte non può essere sempre divertente.
Almeno non quanto i video "In memoriam".

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