mercoledì 11 marzo 2015

Chi non muore si rivede

Senza alcun fronzolo, penso che ci sia bisogno di questo blog.
Chiedo venia, ho ammazzato la mia creatura come una di quelle stupide madri con la sindrome di Munchhausen, convinte che l'atto finale le catapulterà nell'olimpo della commiserazione e dell'accettazione universale. Beh, no. Da quando questo piccolo spazio è stato chiuso ho sofferto tutti gli acciacchi che naturalmente s'intrappolavano nel mio cervello e che defluivano non appena appoggiavo le dita sulla tastiera e lasciavo che si componesse una storia, dando libero sfogo al mio dolore e alla mia frustrazione. Un processo creativo pari ai programmi di successo di Japino, per intenderci.

Da quell'ultimo articolo ne sono successe tante. Morti eccelse a destra e manca. Come se Dio mi stesse dicendo di darmi una mossa e ricominciare a scrivere. 
C'è anche chi non si è mai accorto della chiusura del blog e ad ogni decesso continuava a dirmi "Ehi! Scrivi un pezzo su Ars Moriendi!". Grazie ragazzi, anche il vostro Alzheimer incalzante mi ha ridato fiducia.
Tutti questi elementi più uno.
La disoccupazione. O, se preferite, tantissimo tempo per scrivere.



Lavorare per l'Oncologia mi aveva bloccato, avevo il cuore talmente intriso di quasi-morte che scrivere di trapassi aveva smesso di essere una cura. E di lezioni da insegnare non ne avevo più, l'unica che mi sentivo di dare era: qualsiasi cosa stiate facendo, piantatela lì e correte a fare quello che amate perché domani potreste avere un fottuto Glioblastoma e campare solo per pochi mesi. Ero diventata di un gradevole colorito verdognolo, confluivo i miei pensieri di morte sul mio collega di scrivania, il Marmellone, che più di ogni essere vivente presente sulla terra mi spronava a considerare accettabile un eventuale patteggiamento per omicidio preterintenzionale. Non poteva durare. Soprattutto quando il tuo capo applicava al tuo ufficio le stesse regole dell'Ufficio 21 dei Khmer Rossi.

Oggi sono più ottimista. Ho molte lezioni da insegnarvi, nuove di zecca. e tutte molto meno mortifere di quanto mai si possa pensare. Vorrei persino insegnarvi che è possibile lasciarsi il passato alle spalle e cominciare qualcosa di nuovo, che si può risorgere dalle proprie ceneri, si può smettere di essere morti. Tutti possiamo. Tutti tranne Sean Bean, ovviamente.

Quindi, qui e ora, annuncio la rinascita e aggiungo anche la promessa che questo blog morirà solo di morte naturale, senza più annunci strappalacrime o abbandoni di scena. Ogni giorno o quasi vi darò quello che di solito non accettate da vostra madre, ovvero consigli sulla vostra vita. Lo farò come ho sempre fatto, prenderò uno o più morti e vi farò capire che la nostra vita non fa più schifo di quella di Riccardo III  o Robin Williams che, in confronto a noi, sono morti e stramorti.

Di questo blog c'è bisogno. Io ne ho bisogno. Voi pure. 
Pensate che non vi veda lì consumati dall'essere attaccati alla vita e ai suoi stupidi riti? Pensate non sappia che avete cominciato a prendere steroidi guardando "The Lady" di Lori del Santo? Credete che non vi senta canticchiare Nek in autobus?

Avanti, c'è molto materiale su cui lavorare. Vi voglio tutti preparati per l'appuntamento di domani, quindi vi assegno compiti a casa: sostituite Nek e le sue nenie con un classico intramontabile come "Oro".

A domani, e che il triste mietitore sia con voi.

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