lunedì 20 febbraio 2012

Buongiorno Care e Cari,

Oggi dono la vita ad un blog che parla di morte. Non pensate subito a catastrofi, lacrime e disperazione. Nulla di tutto ciò. Voglio solo raccontare, attraverso una delle poche esperienze che ci unisce universalmente (oltre ad altre inevitabili consuetudini come l'assunzione annuale delle repliche de "La signora in giallo" o l'uscire di casa con la pioggia ed avere sistematicamente l'ombrello bucato) alcune storie di personaggi celebri, irriverenti figure storiche e storie parentali. Cosa pensa, come reagisce, come s'illude la gente nel momento in cui la triste mietitrice fa capolino nel loro ultimo sprazzo di vita? Ma soprattutto, c'è morte  e morte: la morte civile fa più male del trapasso vero e proprio?
D'altronde "La morte viene silenziosa come un alce, dai vivi ci separa con il taglio di una falce."

Come laureata in storia medievale ne ho sentite e lette di tutti i colori. Ad esempio, il povero Goffredo il Gobbo, marito di Matilde di Canossa, si beccò una spada nel deretano mentre cercava di espletare i suoi bisogni nel bel mezzo della notte. Immaginate la scena: notte fonda, il giorno dopo avete una battaglia in un posto dove a febbraio fa un freddo immondo (la battaglia si doveva combattere sulla Schelda, un fiume vicino ad Anversa), l'urgenza intestinale vi fa scattare in bagno come un novello Usain Bolt, arrivati, vi calate le brache e ZAC! Ora, il povero Goffredo ebbe tutto il tempo per rimettere i suoi peccati al Signore e sistemare la successione (designò come suo successore quel figo di Goffredo di Buglione ma l'imperatore si fece una grossa risata e disse no.) e pensare che forse sua moglie non gli sarebbe mancata poi così tanto: lui sosteneva l'imperatore, lei il papa, come dire.. un matrimonio di sicuro successo, quasi quanto quello di Lady Diana ed il principe Carlo. La morte infatti per il povero Goffredo sopraggiunse dopo una settimana. Una settimana. Dopo una vita di merda, con un soprannome ridicolo e fantozziano, passata con una moglie tiranna,scassa palle e magari pure mandante del cessicidio, aver sopportato pure la morte di una figlioletta, la dipartita di Goffredo non lo aiutò a farsi ricordare dai posteri come un personaggio d'onore e d'animo nobile. No. "Quello della spada nel culo".
Sarà.
Da ciò possiamo imparare una lezione importante: il sicario è un lavoro di merda.



Nessun commento:

Posta un commento