venerdì 14 settembre 2012

Tu riga dritto.

Vi avverto. Questa mattina il mio corpo è per l'80% composto di Jagermeister. 
Tuttavia oggi vi voglio parlare dell'amore. E della morte, ovviamente.
Sul primo argomento sono una chiavica, lo ammetto. Ma siccome sul secondo sono praticamente una maestra, ho scelto di parlarvi di una coppia inossidabile che parlasse d'amore al posto mio.
 
 
 
Un giorno come tanti sono sdraiata sul divano di casa che guardo una puntata de "La signora del west", un patetico telefilm western anni '90 su una donna medico. Appassionante come le finali di tresette del Centro Anziani sotto casa mia (che oh, quando Bertoni c'ha l'asso di denara vedi come cambia il clima). Beh, insomma, son lì a seguire l'ennesimo pneumotorace fatto in casa quando si palesa uno strano personaggio sullo sfondo. Un cowboy misterioso, sui 60/70 anni, tutto vestito di nero. Lo guardo bene. Salto sulla sedia.
Ma quello è Johnny Cash, Cristo!
Cosa diamine ci facesse Johnny Cash in un telefilm da 4 soldi non so, so solo che subito dopo appare una donnina dimessa, una specie di suorina laica.
E crocefiggimi Gesù se quella non è la moglie di Johnny, June Carter Cash!
 
Johnny Cash e June Carter si sono amati per 35 anni. E anche di più. Lei reduce da 2 matrimoni falliti, lui da uno. Lui fradicio di alcool, lei una fatina dalla voce dolce. Loro che insieme riscoprono il sovracitato Gesù. Lui che riga dritto. Che poi, volgarmente, è la traduzione del mio pezzo preferito, "Walk the line". Sì, perchè Johnny era un grosso paranoico alcolizzato. Uno di quelli che ingaggiava rissa e si chiudeva in se stesso a commiserarsi ogni volta che aveva due minuti liberi. Poi è arrivata June, calma serafica, sorriso tranquillo e due occhi chiari e sinceri. Un amore salvifico, un amore che per 35 anni ha unito due geni musicali fino al maggio del 2003 quando June ci ha lasciati. Lo ha lasciato. A settembre dello stesso anno anche Johnny ha deciso di abbandonare questo mondo lurido.
 
Io, ripeto, non ci capisco nulla d'amore. E a giudicare da ieri sera, dove 7 persone attorno ad un tavolo han parlato in scioltezza di sesso per ore ma arrivati all'argomento "amore" a momenti si scatena una rissa, siamo in molti a non capirci nulla.
Ma di morte me ne intendo, modestamente. Se per 35 anni hai vissuto nel cuore di un altro alla fine non puoi reggere alla sua morte. E così è stato per Johnny e June. Hanno attraversato dipendenze da alcool, matrimoni e divorzi, dolori e gioie. La morte li ha presi insieme.
Li invidio? Sì. Spero in un grande amore come il loro? Non posso permettermelo. Non sono June Carter Cash e sinceramente per addomesticare un Johnny Cash dovrei quantomeno avere di fronte un cuore grande che mi accolga dentro.
 
La lezione di oggi è lunga: l'amore fa schifo. E fin qui tutti d'accordo. Ma se per ogni Johnny, sperduto solo e alcolizzato, c'è una June, allora il mondo è salvo. Si risparmia anche sulle esequie.
 
 
 

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