lunedì 22 ottobre 2012

Adolf H. e Eva B.

Questa è la storia di Adolf e Eva.
Adolf era un'artista estroverso ed eclettico, un uomo dalla dialettica affascinante, con un buon impiego.
Eva era una ragazzotta tranquilla, con un lavoro in uno studio di un fotografo. Magari, sì, qualche turba la doveva avere visto che tentò di suicidarsi ben due volte, una delle due addirittura sparandosi in gola. Il suo angelo custode doveva lavorare parecchio. Un po' come quello di Adolf che lo salvò da una bomba che uccise tutti i suoi amici mentre cenavano. Almeno un paio di volte, tra l'altro. Piccolo fortunello.
 
Erano una bella coppia: lui non proprio un adone ma con quegli occhi azzurri e quei baffetti da sparviero che piacciono tanto alle ragazze e alle nonne, lei tracagnotta, con questo sorrisone da strappona. Amanti degli animali e in particolar modo dei cani. Sempre alla moda e ben curati.
Gretl, la sorella di Eva, si sposerà con un collega di Adolf. Le giornate passavano tra feste nella casa di montagna e impegni mondani.
 Adolf ed Eva si sposarono il 29 aprile, una domenica come tutte le altre. La sposa indossava un delizioso vestito di seta nera, il maritino invece vestiva da "ufficiale e gentiluomo". I testimoni Joseph e Martin erano tranquilli e sereni.
Il giorno dopo, verso le 15 e 30, Adolf si sparò un colpo di pistola in bocca ed Eva si avvelenò con del cianuro. Gli amici testimoni della loro felicità  cremarono i corpi dei due novelli sposi.
Fine.
 
 
 
E pensare a tutti quegli attimi di felicità, quei balli, quei sorrisi. L'amore di Adolf per la sua Blondi, il suo pastore tedesco. Quello di Eva per i suoi scottish terrier, Negus e Stasi.
Pensare all'infelicità di Eva nel consolare la sorella Gretl, incinta, il cui marito Hermann era stato fatto fuori dai colleghi di Adolf. Letteralmente fuori.
Pensare ai triboli sul lavoro che aveva Adolf, straordinari su straordinari in una ditta di cretini che non lo apprezzavano e lo deludevano in continuazione.
Eppure.
Eppure gli sguardi. Eppure la stanchezza. Eppure l'impotenza. Eppure il mito.
 
Adolf aveva un testicolo solo, colpa di un caprone che gliene tolse uno mentre Adolf ci si masturbava sopra (queste bestie! Le capre son proprio animali ignoranti..). Era ancora innamorato della sua ex, Geli (sua nipote. Morta suicida. O forse no. Cioè forse fu proprio Adolf ad ammazzarla. Forse si era stancata di urinare e defecare addosso al suo amato.). Forse Adolf era un gay represso.
Ma a Eva poco importava. Saranno stati i baffetti erotizzanti di lui, l'aria buona che si respirava a Berghof. Ma l'amore, da qualche parte, sarà pur stato.
 
Le ceneri dei due amanti saranno sparse nel fiume Elba da un uomo venuto da più lontano, un tale Jurij.
La nipote di Eva nascerà senza papà. Avrà il nome della sua adorata zia e si toglierà la vita trent'anni dopo a causa di un uomo. Come l'adorata zia.
 
A volte pensare che anche Adolf Hitler aveva un cuore mi rende tranquilla. Abbiamo bisogno di spauracchi senza cuore che ci facciano sentire dolci anime innocenti. E lui, devo dire la verità, calza a pennello.
Sterminò ebrei, omosessuali, zingari e oppositori politici, strumentalizzò il popolo tedesco, si mostrò incapace di gestire militarmente il potere e di governare i suoi sottoposti.
Ma amava il suo cane. E la montagna. E la mamma.
E probabilmente anche Eva Braun. O la nipote Geli.
 
In sostanza, la lezione di oggi è una sola. Diffidate dalle apparenze: i mammoni son sempre pericolosi come l'amianto e gli squali.
 
 
 
 

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