venerdì 26 ottobre 2012

L'insanità mentale del signor Van Gogh.

La mattina è difficile per tutti. Svegliarsi, trascinarsi presentabili nella vita di tutti i giorni, cercare di non odiare la gente e soprattutto provare a non incenerire i primi personaggi che ci salutano prima del caffè o della tazza di agognato, caldo, te marca Twinings specialità Prince of Wales. Ecco, in quei terribili istanti mattutini la calma e la tranquillità dovrebbero abbracciarci.
In quella che è la mia vita, ciò, raramente accade. Prima del momento colazione, una volta o due al mese, un membro della mia famiglia, che chiamerò "Elemento X", irrompe nella mia vita urlando al telefono frasi d'incomprensibile follia.
"Elemento X", complice un esaurimento nervoso negli anni '70 e una vita, a suo dire, misera e terribile, imperversa come una catastrofe ambientale nella mia vita da 30, lunghi, anni. A rotazione sceglie una vittima, trova un pretesto (il ritardo ad un appuntamento, un errore di connessione internet, il governo tecnico, lo sterminio delle foche) e mette in scena la terribile sfuriata.
Di solito "Elemento X" colpisce la mattina presto, una telefonata, urla sconnesse che profetizzano future sciagure che si abbatteranno sul malcapitato senza possibilità di via d'uscita. Il poveretto dall'altro capo della cornetta può solo chiudere gli occhi, bestemmiare sottovoce e dire "Sì, Sì, va beeeeene". Questa insanità mentale ne produce altra. Io ad esempio sono ossessiva compulsiva. Ma almeno ragiono.
Il povero Vincent Van Gogh invece no, lui sragionava.
Era una brava persona Van Gogh, voleva sempre aiutare il prossimo fino a ridursi ad un cencio d'uomo. Ci metteva il cuore e l'anima nei colori, nelle pennellate solide di cielo.
E sì, inseguì Gauguin per Arles minacciandolo con una rasoio. Ma va anche detto che Gauguin doveva essere un tritapalle spocchioso, uno di quei personaggi alla "spritz e figa" che pretendono sempre di essere i migliori. Che poi Vincent tornando a casa si tagliasse un orecchio e lo regalasse ad una prostituta, beh, il titolo è "l'insanità mentale del signor Van Gogh" mica "Coloriamo roselline con Vincent!".
Come ho già detto Van Gogh era un puro, un uomo dall'emotività struggentemente delicata. Perse suo padre per un infarto. Avevano appena litigato. La gente di Arles dopo l'episodio del rasoio lo volle fuori dalla città. L'unico, grande, suo ammiratore e sostenitore era il fratello Theo al quale, nel corso della vita, scriverà almeno 600 lettere avendone in risposta solo 40.
Ora.
Per anni pensando alla morte di Vincent ho provato pena e una sincera stretta al cuore.
Dopo vari tentativi di suicidio, una mattina di luglio del 1890, Vincent torna alla pensione dove alloggia e si corica nel letto della sua camera. Il locandiere preoccupato di non averlo visto a pranzo lo trova steso sul letto sofferente. Un buco di proiettile nel petto e Vincent che confessa: mi sono sparato. Il fratello Theo corre da lui ed insieme passano le ultime ore dell'artista.
So che è difficile, ma immaginate un uomo solo, triste, che ha paura ma finalmente sta per morire dopo ore d'agonia, dopo anni di umiliazione e dolore. Un uomo che al dottore dice "volevo uccidermi ma ho fatto cilecca". Dopo quasi un giorno e mezzo di sofferenza, Vincent Van Gogh muore. In quanto suicida gli viene negata la sepoltura nel cimitero locale di Auvers.
La sua tomba è attaccata al muro del piccolo camposanto. Di fianco a lui il fratello, il cui cuore non resse e morì pochi mesi dopo Vincent.
 
 
 
La malattia di Van Gogh nuoceva a Van Gogh e al suo cuore più che alla sua mente (vallo a dire a Gauguin.... ma, oh, se te le cerchi). Van Gogh non aveva il cuore avvelenato di odio, pur avendone tutte le ragioni. Van Gogh non torturava le persone che amava con previsioni di sciagure, infieriva su stesso, su quei suoi occhi blu che lasciava marcire fissando il sole e le sue ombre.
"Elemento X" dovrebbe imparare dalla follia di Van Gogh. Che tra l'altro non possendendo un telefono sfogava la sua follia per lettera, e le lettere non squillano ad orari imprecisati della mattina.
 
La lezione di oggi è quella di arginare la follia ingiustificata che vi fa male, si può esser instabili ma con un cuore buono. Come Vincent.
 
"For they could not love you, but still your love was true and when no hope was left in sight on that starry starry night you took your life as lovers often do. But i could have told you, Vincent, this world was never meant for one as beautiful as you"
Don McLean - Starry, starry night.

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