giovedì 11 ottobre 2012

Anche i reali piangono. E le massaie no.

Un giovedì mattina qualunque a stirare. La terza stagione dei Tudors nel lettore dvd. Il mio mal di schiena dovuto a 13 gradini che venerdì sera mi hanno grattugiato vertebre e coccige tenuto a bada dal paracetamolo. Le premesse, signori, erano ottime.
 
Ma come capita sovente, la delusione arriva cocente tra un pantalone elasticizzato e un lenzuolo.
I primi 3 episodi del telefilm sono conditi da zero sesso, zero intrighi ed errori storici notevoli. Ma soprattutto zero sesso, che accompagnato dalla totale mancanza di sesso rendono tutto meno sessuale. Fosse stato per me, ci avrei messo più sesso.
Detto ciò, l'unica parte godevole (e nemmeno tanto sessualmente) è il matrimonio tra Enrico VIII e Jane Seymour. Pensavo, armata di Kleenex, che la dipartita dell'amata consorte proprio dopo aver partorito l'amato figlio maschio mi avrebbe fatto piangere fiumi di calde lacrime. Pregustavo già la faccia devastata ma sexy di Jonathan Rhys Meyers che urla "perchèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèè" mentre la bellissima mugliera si spegne di febbre puerperale.
 
Niente.
Il vuoto.
 
Mi siedo sul divano incredula. M'interrogo. Cosa può esser andato storto? Perché un'anima sensibile e incline al pianto come la mia è rimasta di sasso davanti a scene così struggenti da far piangere perfino Giuliano Ferrara ad una cresima?
 
 
 
La sceneggiatura. E' sicuramente la sceneggiatura. O la colonna sonora. Troppo poco struggente. Forse...La recitazione! Rhys Meyers sarà pure un'apparizione della Madonna di Fatima, ma ha i suoi limiti recitativi. Oppure, vuoi che siano le inesattezze storiche che da professionista mi urtano e mi desensibilizzano?
 
Credetemi, alla morte di Jane Seymour pianse pure il marito Enrico VIII, che di lacrime per le sue mogli ne ha versate più per la disperazione che per il tenero e sincero amore. Addirittura non si sposò per due anni dopo il lutto. Il tutto condito dal desiderio, esaudito, di essere con lei sepolto. Per Sempre.
 
Alla fine ho capito perché non ho versato nemmeno una lacrima.
Stavo facendo troppe cose alla volta.
Stirare, concentrarmi sui Tudors, allietare la vita delle persone a cui si vuol bene, rifare il letto, salvare la propria esistenza dal declino, pulire i vetri, farsi umiliare, preparare il pranzo, seguire menu su internet... etc.
E così mi sono distratta. E ho perso una cosa che volevo non perdere per nulla al mondo.
 
La lezione di oggi è che sì, anche un re autoritario, sanguinario, preoccupato e tendente all'obesità può piangere per amore e che sì, una massaia disoccupata, con cerotti per la schiena, malumore e tendente all'obesità può stancarsi di esser triste.
 
Massaie di tutto il mondo, UNIAMOCI!
 
 

2 commenti:

  1. voglio essere di nuovo massaia...ed elettricista. M.

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  2. Io voglio essere una massaia anni 50! Elettricista molto chic.

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