venerdì 19 ottobre 2012

Il Futuro non è scritto. Il Passato è inciso.

Penso furono i Gun's.
Pendevo letteralmente dalle labbra di mio padre musicalmente parlando. I Queen degli anni '70-'80, i Creedence Clearwater Revival, Neil Young, quel piccolo Saddam Hussein di mio padre mi viziava.
Ma di sicuro furono i Gun's.
Axl Rose rovinò la fiducia musicale che riponevo in mio padre. Svegliarsi la domenica mattina con "Paradise city" per me era come svegliarsi all'inferno, un inferno popolato da camicie a scacchi annodate in vita, bandane e jeans strappati.
Mi allontanai dall'influsso di mio padre e fui accolta dalle braccia comprensive dei miei amici punk/hardcore/troviamoun'altradefinizionecoolmanontroppo.
Navigavo tra Sex Pistols, Dead Kennedys, Buzzcocks. E mio padre scuoteva la testa. Era disappunto, ma pensavo fosse in trance da Axl Rose. Io intanto perseveravo, ascoltavo gruppi di cui ignoravo l'esistenza fino ad un mese prima, ridicoli gruppetti svedesi, improbabili gruppi italiani.
E sì, m'innamorai: dell'uomo sbagliato e del gruppo giusto.
I Clash. Il cui amore durò molto di più che quello per l'uomo sbagliato.
Cacchicacchiocacchio quanto consumai "London Calling", quanta amarezza vedendo Fabri Fibra scimmiottare il video di "Rock the Casbah", quanta tristezza alla morte di Joe Strummer.
 
John Graham Mellor nasce ad Ankara nel '52. Facendola breve diventa Joe Strummer dopo aver girato per il mondo con la famigliola e avendo sperimentato la merda del collegio e aver scoperto, come molti altri illuminati, che esiste un mondo al di fuori delle solite 4 mura. Joe sperimenta la morte del fratello David, attivista di estrema destra, nel 1970 e decide che forse è venuta ora di buttarsi. Nel 77 nascono i Clash, il resto, chi li ha sentiti almeno un paio di volte, sa che è leggenda.
Joe muore troppo presto nel 2002, a soli 50 anni. Bum! Infarto.
 
 
 
"Coi Clash è stato come scendere agli inferi e ritornare. Non puoi immaginare cosa abbiamo passato per fare i dischi che abbiamo fatto. Abbiamo dato il 110 per cento, ogni giorno. Ma quando incontri questa gente, persone che ti dicono che hai avuto qualche effetto sulla loro vita, allora senti che valeva assolutamente la pena"
 
Già. Grazie Joe. Quanto è profondamente ingiusto che tu te ne sia andato e che Axl Rose sia ancora lì, ogni domenica mattina, a cantare "Paradise city" e a farsi picchiare da Tommy Hilfiger.
 
I miei anni da finta punk finirono presto. Mi sono omologata, ascolto roba da 30enne cresciuta a Oxford. Sono diventata noiosa. Ma la magia è sempre dietro l'angolo. Parlare con amici di vecchi gruppi, lì, seduti a bere spritz e birra. Forse c'eri anche tu Joe mentre parlavamo di Jello Biafra.
 
La lezione di oggi è che certe persone, certi idoli, non muoiono mai, restano nei nostri ricordi distorti e non sono mai gli stessi. Immagino quante bandane rosse a mezz'asta quando creperà Axl Rose.

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