lunedì 5 novembre 2012

Sì, lo voglio. Sposarsi è un po' come morire.

Ve lo dico con l'amore che ha un padre verso un figlio. Un padre marines verso un figlio che ascolta Boy George, del tipo. Piantatela di sposarvi.
Sono veramente esausta di vedere le vostre facciotte felici in tight e i vostri occhi luccicanti in vestiti catarifrangenti di Oliviero moda sposi mentre pensate al vostro viaggio di nozze in America. Sempre e solo in America. Non so quante lune di miele ho sovvenzionato quest'anno, a quanti soggiorni negli States posso aver contribuito. Francamente ho perso il conto. E i soldi.
So cosa state pensando nelle vostre testoline impregnate dalla marcia nuziale, starete malignando, "Sei solo invidiosa!".
Oh, ovviamente.
Ho sempre sognato l'abito bianco, la chiesa sconsacrata in stile gotico inglese, la cerimonia alle 18, l'alcool e le danze con gli amici fino a tarda notte. La prima notte di nozze. La luna di miele.
Anzi, a ben pensarci mi rivedo su una panchina, nel caldo maggio del 2010, con un catalogo di Francorosso, a decidere una meta per la mia luna di miele. Già. La MIA.
E ora mi accorgo che è il 2012. E non sono mai andata in Malesia con gli Orango o in Messico sulle tracce degli Aztechi. Al massimo in Puglia con una famiglia molesta a giocare a "Uno".
Sì, è lunedì e posso fare la tragica.
Mi pesa avere 30 anni e pensare che negli ultimi 8 la persona che mi viveva accanto non abbia mai pensato a me come una moglie, come la metà perfetta con cui trascorrere la vita. Inquietante come "Non aprite quella porta", ma sensato.
E ora? Mi sposerò a 45 anni in palese sovrappeso ovarico e le mie nozze finiranno su "Chi"?
La speranza è l'ultima a morire.
E lo sapeva bene la morta del giorno. Jade Goody.
 
Chi cazzo è Jade Goody?
Durante il mio primo viaggio a Londra, qualche annetto fa, feci incetta di giornaletti gossippari britannici per infarcirmi di quella cultura neanche tanto sotterranea che impermea la loro monotona vita da broker della City. Su tutte le riviste campeggiava la coraggiosa battaglia di Jade Goody, una 28 enne ex celebrità del Grande Fratello, malata terminale di tumore al collo uterino che combatteva la sua inutile battaglia contro il male a suon d'interviste e foto.
Il suo ultimo, grande desiderio fu quello di sposarsi con il suo fidanzato Jack Tweed. Il 22 febbraio 2009 coronò il suo sogno in grande stile, Mohamed Al-Fayed gli donò un sontuoso abito proveniente direttamente dall'alta sartoria di Harrods.
Un mese dopo, il 22 marzo, Jade morì. Contribuì ad innalzare il livello di prevenzione tumorale tra le giovani del Regno Unito e con tutti i soldi ricavati con interviste e altro assicurò un futuro dignitoso ai suoi due figli. E soprattutto morì sposata al suo grande amore. Che giusto un mese dopo la sua morte fu beccato in una bella orgia in un hotel inglese. Sarà stato affranto dal dolore per non accorgersi di essere nel bel mezzo di qualche amplesso.
 
 
 
La vita a quanto pare è brevissima, Jade Goody era nata nel 1981. Giusto un anno prima di me. E non era certo la classica ragazza da matrimonio. Due figli avuti da una relazione precedente, cicciona, sboccata, razzista al punto da causare un incidente diplomatico tra India e Gran Bretagna. Insomma, Giuliano Ferrara in gonnella.
 
E in tutto questo, esattamente un anno e qualche mese dopo la sua morte, io stavo lì, su quella panchina con quel catalogo di Francorosso.
Ed esattamente tre anni dopo la sua morte me ne sto qui, sola, a pensare che un giorno, qualcuno di voi pagherà il MIO viaggio di nozze. Fosse anche a Casalborsetti.
 
La lezione di oggi è che a sposarsi son tutti capaci. Si chiama circonvenzione d'incapace.
Ma non tutti son capaci di stare soli.
 

2 commenti:

  1. La speranza è che quel giorno, a Casal Borsetti, ci sia davvero Casalborsetti Comics. ;)

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  2. Beh, Casalborsetti è sempre un bel posto. Non come Udine.

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