martedì 26 febbraio 2013

La mamma morta.

Immaginatevi un funerale.
Siete lì, al cimitero. Davanti a voi quattro uomini che portano sulle spalle una bara pesante.
E' morta la loro mamma.
Il primo uomo sulla sinistra piange lacrime amare. Mica l'aveva capito che la mamma stesse così male. Era tutto attento a biasimare i fratelli più esuberanti che non si è accorto che mamma voleva discutere, parlare, voleva averlo accanto sicuro e forte. Ma lui, un po' consigliato male, un po' impaurito, scelse di far vedere a mamma che era un bravo ometto, coraggioso e solerte: sarebbe andato nella tana di un animale pericoloso e l'avrebbe addirittura smacchiato. Eh mamma, come sarai fiera di me. Anche se me ne sto qua zitto sono in grado di farcela, dammi fiducia. Mamma la fiducia gliele voleva pure dare, ma sta roba del giaguaro un po' la intimoriva. Il piccolo era sempre spesato, capiva in ritardo i bisogni delle vecchia genitrice e si faceva fregare, spesso e volentieri, dagli altri fratelli.
 
L'uomo sulla destra ha addosso un broncio severo. Ma in realtà, sotto sotto, se la ride. Lui mamma la faceva sempre ridere. Le raccontava barzellette, le faceva le corna nelle foto, le diceva che era bellissima. Mamma lo amava di un amore cieco e con l'andare avanti capì che quel suo figliolo era anche un gran bugiardo e puttaniere. E che le barzellette facevano pure schifo. Se ne stava sempre lì a cantare, a promettere fantomatiche restituzioni di cose e sentimenti. Ma in fondo una parte di mamma lo amava. Forse era la parte colpita da alzheimer e poca istruzione. Mamma, ti prometto che danzerai al chiaro di luna e sarai bellissima. Ma prima dammi i tuoi orecchini d'oro che devo comprarmi un metro cubo di capelli.
 
Il terzo uomo dietro lo "smacchiatore" era il figlio più piccolo e ribelle. Era quello che mamma temeva e adorava allo stesso tempo. Al contrario del figliolo scaltro e affabulatore con crescita di capelli istantanea, questo figlio era un po' come un testimone di Geova: sfruttava subdolamente il malcontento di mamma verso i due figli maggiori promettendole che lui sarebbe stato diverso. Senza poi spiegarle come. Ma il come non era importante! Paradossalmente questo pargolo le portava tutte le riviste preferite e le regalava i dolci più squisiti ignorando che la mamma non potesse leggere senza occhiali  e nemmeno mangiare senza dentiera. Mamma, alla dentiera e agli occhiali arriveremo, intanto tutti a casa quei figli che non ti fanno felice! Sì figliolo, sospirava mamma, ma intanto i giornali e i dolci son capace di comprarmeli pure io, tu mi devi aiutare a leggerli e a mangiarli. E se non sai come fare, beh, sei inutile come gli altri due.
 
 
 
Per ultimo un austero signore con gli occhiali e la faccia smunta. Era il figlio meno amato di mamma. Era quello che prospettava sempre austerità e sacrificio. Quello che era vecchio dentro e faceva invecchiare pure mamma. Ma in fondo al cuore la poveretta sapeva che non aveva tutti i torti. I suoi figlioli facevano sempre caos e lui cercava di mettere una pezza, ma poi si faceva sempre aiutare da ragazzacci in doppiopetto e 24 ore e se ne andava in ferie nel Club Bilderberg. Mamma, la situazione è critica, ma conosco persone che possono accordarci fiducia. Guarirai con po' di sacrificio.
 
Mamma, che di figlioli ne ha tanti (un magistrato rivoluzionario, un dandy che insegue lauree e master, una ragazzotta romana giovane e malDestra, un signore distinto che crede nel Futuro e nella Libertà.) si è lasciata morire ieri notte. E oggi, noi, siam qui a piangerla. E dietro, imbarazzati e confusi, tutti i suoi figli.
 
Perché si sa, la mamma dei cretini è sempre incinta.

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