venerdì 2 marzo 2012

Certe volte sposare un re fa perder la testa. Allora, meglio single.

La piccola Anna Bolena, che tutti conosciamo come seconda bramatissima moglie di Enricone VIII, è stata per molto tempo una figura controversa e difficile da capire. C'era chi la chiamava "la puttana reale", chi le dedicava poesie apostrofandola come "damigella giovane e fresca" e chi aveva un assoluto bisogno di vederla morta (un codazzo assurdo: Eustace Chapuys, ambasciatore dell'imperatore Carlo V, Thomas Wolsey consigliere del re e dopo di lui Tommaso Moro e Thomas Cromwell). In realtà Anna Bolena non fu quella gran ninfomane di cui tutti fecero un gran parlare. La realtà è che, ancora una volta, Enrico VIII, non vedendo arrivare l'erede maschio e avendo incontrato una giovincella di nome Jane Seymour, decise di dichiarare nullo anche questo matrimonio. Solo qualche anno prima, nel 1533, la cara Anna aveva impalmato Enrico e ora, 3 anni dopo, si trovava così vicina al ceppo del boia da sentire quasi l'odore del legno. Il buon re dovette escogitare un metodo per liberarsi da Anna, che non era una gran donnaccia ma era lievemente isterica (forse qualche aborto e qualche dissapore con il popolo non l'aiutavano di certo) e costantemente in apprensione per il suo futuro (non a torto), così Enry, da quella gran volpe che era, tirò in ballo nientepopòdimenoche la stregoneria. Annina cara aveva sei dita in una mano e parecchi nei sparsi per il corpo, chiari segnali del diavolo (chiamatemi Satana, ogni anno la mappatura dei nei mi toglie 100 euro dalle tasche e tira fuori il peggio di me) ed inoltre si vociferava avesse tradito il re parecchie volte, addirittura con il fratello, George Boleyn. Se ne andarono tutti sul ceppo, come una sfilata di moda, uno dietro l'altro persero la testa davanti ad un parterre festante.
La cara Anna aveva dato solo una figlia al re, come la cara Caterina d'Aragona che la precedette ma che fu molto più amata anche se con gli anni era diventata un botolo stile Antonella Clerici e non facesse altro che raccomandare l'anima al Signore. Niente maschi = matrimonio nullo.
Anna andò al patibolo nel maggio del 1536. Come ultimo dono alla consorte, Enrico fece chiamare un boia francese che con un sol colpo di spada le fece saltare la testa. Lei, che inevitabilmente aveva sbroccato nei giorni precedenti, se ne andava assicurando di avere un collo sottile e che sarebbe finito tutto in un attimo. Zac.

La figlioletta di Enry e Anna fu Elisabetta, una delle sovrane più potenti, amate e filmografate di tutta Inghilterra. Enrico VIII si ostinava a volere un erede maschio e il destino l'ha ben beffato. Non solo visse fino a 70 anni, ma governò in modo maschio e allo stesso tempo ingentilì un paese rude e virile.
La cara Bess ebbe una vita costellata di successi, l'aver sconfitto l'Invincibile Armada la dice lunga su due fatti: A) Mai chiamare Invincibile una cosa vincibile. Come chiamare Immortale il successo dei Modà. Bisogna essere sinceri e capire i propri limiti. B) Elisabetta, a differenza del padre, aveva condotto una politica militare soddisfacente per una regnante.
Enrico VIII tagliava teste e si sposava, passatempi comprensibili (catechizzare aironi o parlare con un ficus sarebbe stato altrettanto valido suppongo) ma la piccola bambina Bess aveva sopportato la perdita della madre a soli 3 anni e aveva assistito agli altri quattro matrimoni del padre che prevedevano anche un fratello e una sorella alquanti molesti, mogli ragazzine decapitate e troppo poco affetto paterno. Fu questo, forse, che la indusse a non sposarsi mai e a non figliare. Morì in un modo fantastico: fu colta da una brutta depressione, si lasciò andare e dicendo "Chiamatemi un prete, ho intenzione di morire" morì per davvero nel 1603.
La lezione è : meglio sola, ricca e potente che maldecapitata.

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