giovedì 15 marzo 2012

Le Idi della Morte

Siamo a metà marzo, gli uccelli cinguettano, i fiori sbocciano e la gente muore.
Sinceramente non ricordo quando ho cominciato a meditar su ciò, sulla morte, su tutta questa morbosa questione. Ma so di certo che, come in uno spot Vodafone, la morte è tutta intorno a noi. Per esempio ieri, mi reco in una ridente cittadina di ben 13. 222 abitanti (almeno 2/3 erano non-morti) di nome Soliera e bam! Un bel funerale, una meravigliosa autofunebre dell'Audi color grigio metallizzato, gente commossa e anziane appagate. Dovevo stare in quel buco dimenticato dalla civiltà solo pochi minuti, una mezzora al massimo. Ma un funerale era lì ad aspettarmi. Chiamarla "fatalità" è d'obbligo.

Continuando con i nostri soliti discorsi, ricordiamo i nostri antenati scomparsi, che oggi più che mai son di una croccantezza prelibata. Nomi del calibro di Caio Giulio Cesare e Odoacre.
 Potenti, famosi, morti in modo deprecabile.

Il povero Cesare, seduto sul suo seggio in senato, tutto agitato, non stava per niente benino, si vede arrivare Publio Servilio Casca Longo (probabilmente antenato della contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare in lunghezza di nomi e cognomi) e si aspetta richieste improbabili, scartoffie. Ma il Casca, a cui trema la mano, è insicuro, si piscia sotto, ferisce Cesare al collo. Cesare si gira e fa: "Scelleratissimo Casca, che fai?". Io l'avrei buttata su un "Vaffa" generale, ma Cesare nostro non fece in tempo. Ventitre coltellate lo trafissero, i congiurati non furono a livello dei novelli Erika&Omar, ma si diedero parecchio da fare.
Non che Cesare non avesse avuto dei presagi a riguardo, anzi. La letteratura è piena di segni premonitori uno peggio dell'altro: la moglie Calpurnia che sogna il marito morto, Cesare che fa un sacrificio e non trova il cuore della vittima (chiaro segno di malaugurio), uccellini sbranati da altri uccelli proprio nella Curia di Pompeo.
La lezione di Cesare è: se non stai bene stai a casa, se sogni solo sfighe, emigra.



Odoacre, re barbarico, aveva militato sotto Attila, aveva un gran fegato, ma si dovette sottomettere a Teodorico, si arrese a patto che non gli fosse fatto nulla. Ma Teodorico, che era un po' bastardo ma era di gran lunga il più fico degli ostrogoti, durante un bel banchetto strangolò con le sue manine Odoacre e diede l'ordine di uccidere anche tutta la sua famiglia.
La lezione di Odoacre è: non sederti a tavola con uno che ti vuol ammazzare anche se ha giurato di non farlo.

Del resto parliamo di uomini di un passato lontano, quando ci si ammazzava in allegria e senza troppi sensi di colpa. Rimpiango quei tempi.

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