mercoledì 14 marzo 2012

Nonno Vittorio e Nonno Giovanni

Mio nonno Vittorio aveva gli addominali. E' un ricordo che ho fin da bambina. Lui al mare che fa la settimana enigmistica, lui che si cosparge di olio al cocco protezione solare -12, lui col suo slippino giallo che m'insegue sul bagnasciuga per infilarmi i granchi morti nel costume. Dove si fermano i miei ricordi cominciano quelli più belli che custodisce mia madre: io che vomito in testa al povero nonno, io che gioco con lui ai giardini, io minuscola, appena nata, e lui che mi tiene in braccio. Questo era MIO nonno, quello che conoscevo di lui. Con il passare degli anni gli addominali sono scomparsi, il divano e le partite di tennis in tv erano i suoi compagni, l'orto che curava con amore e sapienza di un vecchio, le piante di cui conosceva tutti i nomi e i colori erano tutti spariti. I suoi occhi persero colore, la sua testa perse la bussola. Mio nonno è morto ad 86 anni il 3 marzo 2007, pesando 38 chili. Al posto degli addominali ora spuntavano le costole.

Mio nonno Giovanni invece non era mio nonno. Ho sempre e solo avuto 3 nonni: mio nonno Vittorio, Mia nonna Satana e mia nonna Concetta, la Single per scelta. Non dico che soffrissi ad avere un nonno in meno, ma volevo assolutamente che mia nonna trovasse un vecchietto a posto e se lo sposasse. Ma qui ero nel campo dell'irrealizzabile, convertire il papa allo zoroastrismo sarebbe stato più semplice.
Andando nell'orto comunale con nonno Vittorio conobbi tanti altri adorabili vecchietti (adorabili per una bimba di 8 anni, per una trentenne i vecchietti sono adorabili come carta vetrata sulle natiche) tra cui il caro Giovanni. Mi faceva sempre divertire, prendevo l'innaffiatoio e bagnavo tutti i pomodori, sniffavo quintalate di verderame e tornavo a casa tenendo la mano al mio nonno Vittorio e al mio nuovo nonno, nonno Giovanni. Ora che avevo 4 nonni come tutti i bambini che conoscevo, potevo concedermi una vacanza e rilassarmi. Una sera, ricordo bene, ero in terrazza nella casa di mia nonna la Single a Zocca. C'era una festa, ero tutta carina e ben vestita. Era un week end, c'erano anche i miei genitori. Ogni tanto giravo la testolina e li vedevo intenti a confabulare. Ad un certo punto mia madre e mio padre si avvicinarono, si chinarono e mi dissero "Fede, il nonnino Giovanni purtroppo non c'è più". Non dissero altro e altro non volli sapere.
Fino a qualche anno fa.
Alla domanda: "Mamma, ma il nonno Giovanni com'è morto? No, sai sono grande e lo voglio sapere, son curiosa, poverino, un ictus? un infarto?" la risposta fu magnifica.
"Ah, il nonno Giovanni, cosa vuoi, era sordo. Un giorno è andato a raccogliere i radicchi lì, vicino alle rotaie del treno, e sai, un radicchio qua e uno là, si è messo sulle rotaie e sai, non ci vedeva granchè, non capiva, comunque ha fatto presto: è arrivato il treno e gli è passato sopra, così nnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeemmmmmmmmmmmm
(suono  onomatopeico richiamante un grande oggetto in movimento accompagnato dal gesto della mano che simula l'impatto). Mia madre sembrava anche entusiasta della descrizione. Io avevo la mascella sbarrata e l'orrore negli occhi.
La lezione di oggi è: i radicchi si comprano, i treni si prendono in stazione.

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